Paese
Nel cuore della Campania, ai piedi del Parco Regionale del Matese, sorge il borgo di San Lorenzello. Paese natale del maestro ceramista Nicola Giustiniani, uno dei più grandi ceramisti del 1700, si contraddistingue ancora oggi per l’arte ceramica tramandata da oltre tre secoli.
Il Borgo
Alle falde di Monte Erbano (1.385m) si sviluppa il centro storico di San Lorenzello, sorto intorno all’800 d.C. in seguito all’invasione saracena della Valle Telesina. Piccole piazzette, strette viuzze, antichi palazzi signorili, particolari elementi architettonici adornano l’impianto urbanistico medievale, preservato dal terribile terremoto che colpì il paese nel 1688 prima e nel 1805 poi, causa delle numerose ricostruzioni che l’hanno interessato.
A San Lorenzello da oltre tre secoli si produce ceramica, per questo il borgo è uno dei 37 centri di antica tradizione ceramica. Le cave di argilla e la presenza del torrente Titerno favorirono l’insediamento di numerose botteghe. Le botteghe artigiane di ceramica, otto attualmente e quasi tutte a conduzione familiare, mantengono in vita l’importante tradizione artistica. La ceramica di San Lorenzello e di Cerreto Sannita è riconosciuta dal Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato come “ceramica artistica e tradizionale”.
Ma il paese è noto anche per la rinomata produzione di vino, olio e dei “taralli” una sorta di biscotti a base di acqua e farina, prodotti nelle varianti dolci e salate.
La Storia
Storicamente il primo documento scritto riguardante San Lorenzello risale al 1151. Possedimento della contea dei normanni Sanframondo fino al 1483, passò poi sotto il dominio feudale dei Carafa, duchi di Maddaloni, nel Regno di Napoli, fino all’abolizione del feudalesimo nel 1806.
Con il terremoto del Sannio del 1688 che colpì anche San Lorenzello arrivarono nel borgo diverse maestranze forestiere per la ricostruzione post sisma. Così, molti “faenzari”, ceramisti, napoletani nella maggior parte, si stabilirono nel borgo e nel vicino paese di Cerreto Sannita dando vita alle botteghe artigiane, le cosiddette “faenzere”: fornaci dei famosi vasi di Faenza.
Un nuovo repertorio decorativo caratterizzò l’arte della ceramica locale che ebbe il periodo più florido e di maggiore produzione proprio successivamente al sisma del 5 giugno 1688. Nel 1732, ormai luogo di raffinata produzione artistica, San Lorenzello diede i natali a Nicola Giustiniano, formatosi nelle botteghe laurentine si trasferì poi a Napoli, dando il nome a una delle più note manifatture di ceramica detta appunto “figulina Giustiniani”.